
Quella che raccontiamo oggi è una storia di speranza e di riscatto, resa ancora più significava dal contesto da cui proviene. Siamo a Palermo, in via Pasquale Matera 26, ai margini del popolare rione Brancaccio. Qui, in una casa di due stanze, un bagno e una piccola cucina, circondata dall’affetto di suo marito, dei suoi cognati e dei suoi otto figli vive la signora Concetta.
Cinquantaseienne casalinga, regolarmente percettrice di reddito di cittadinanza, Concetta è – come tutte le donne della sua generazione del suo quartiere – un’appassionata di lavoretti in pasta di sale e di servizi domestici.
Da alcuni anni la signora, spinta dall’entusiasmo del figlio Anthony prima che questo finisse in galera, ha scoperto la tecnologia. Ogni mattina Concetta aggiorna infatti il suo profilo Facebook per comunicare col resto del mondo. Cose semplici: rilanciare le attività collaterali alla chiesa di Sant’Eustazio da Arimatea di cui è fervente parrocchiana; condividere i “buongiorno” con simpatiche immagini di animali e petali di rose; scrivere “che bel ragazzo che era, il Signore lo custodisca” sotto le foto dei figli delle amiche, defunti in circostanze tragiche; scagliarsi contro “gli extracomunitari che vengono a rubare il lavoro”; offrire preziosi consigli su come rimuovere le macchie di vino dalle tovaglie; o augurare la morte al presidente americano Donald Trump anche se non è più presidente americano.
Con i suoi post su Facebook, apprezzati da centinaia di like, Concetta è divenuta il simbolo di un mondo che non china la testa e non si rassegna. Un universo fatto di gente onesta che non avendo la benché minima consapevolezza di sé, il minimo spessore intellettuale, qualsivoglia formazione psicologico-culturale e una esperienza esistenziale pressoché minima, sale delicatamente in cattedra dai vicoli ciechi e dissestati della sua vita per affermare a gran voce “Io esisto!”.
A lei e alla sua famiglia va il nostro abbraccio più affettuoso, consapevoli che quando un giorno suo marito imparerà a leggere, anche lui apprezzerà il nostro tributo.